Disponibile alla Libreria Friuli a Udine!

Il libro è disponibile sugli scaffali della Libreria Friuli a Udine in Largo dei Pecile, oppure su ordinazione (sia cartaceo che ebook - si veda riferimenti in questa pagina).

Si fa presto a dire 'Resta!'

“Chi è stanco di Londra è stanco della vita”, diceva Samuel Johnson. Ma la più scintillante delle metropoli, che attira cervelli da tutto il mondo, è capace di metterti alla prova ogni giorno. Anche nelle esperienze lavorative più entusiasmanti, il bilancio coinvolge molteplici prospettive: qualcosa guadagni, qualcosa perdi. Le mille luci della City, le cifre astronomiche degli indici di Borsa, il “potente ruggito” delle piazze dei broker, le vette assolute del ranking professionale mondiale: basta tutto questo per riempire di senso autentico ogni dimensione della vita?
Nel seguito del fortunato “Si fa presto a dire ‘Parti!’”, l’avventura di un cervello in fuga mostra i lati più esaltanti e paradossali dell’emigrazione 2.0. Non sempre ciò che si trova riesce a compensare quel che si lascia. A regnare è il dubbio: “Dov’è il tetto del mondo? Dov’è casa mia?”. E anche decidere di non restare può essere un’impresa. O forse semplicemente un’espressione di umanità.

Dicono del libro ...

Esce “Si fa presto a dire 'Resta!'”, anatomia dell’emigrazione 2.0, cronaca dei dilemmi di un cervello friulano in fuga in bilico tra le lusinghe della carriera che ha davanti e la nostalgia del mondo e degli affetti che si è lasciato dietro di sé.

Sequel del fortunato “Si fa presto a dire 'Parti!'”, focus inedito sull’emigrazione 2.0, il libro approfondisce l’odissea quotidiana di un informatico di successo finito nella rete dei cacciatori di teste inglesi per le sue competenze d’eccellenza. Partito da un Friuli che non sempre gratifica gli ingegni che produce, lo ritroviamo nelle spire di una Londra tentacolare, intento a programmare i sistemi che governano i flussi monetari della City, con cui si spostano milioni di sterline al secondo con un semplice clic.

L’autore ripercorre le tappe salienti della sua esperienza nel tempio della finanza mondiale, senza farsi tentare dalla fiction, ma mostrando anche quanto può essere ingrato il mestiere dell’emigrante anche se (come nel suo caso) si tratta di un destino che la famiglia di Carlo ha sperimentato anche nelle due generazioni precedenti: il nonno minatore in Rhodesia negli anni ’30, il padre prima in Venezuela e poi in Svizzera. Carlo non emigra per necessità ma per carriera; a lui è toccata prima l’Austria, ora l’Inghilterra: ma il gioco vale la candela? La morale del libro è che “qualcosa guadagni, qualcosa perdi”: oggi come ieri la medaglia dell’espatrio ha due facce che non si possono scindere. E prima o poi si arriva a un bivio: testa,  si resta, croce, si torna.

La storia di Della Giusta è emblematica e al tempo stesso singolare: figlio e nipote di quelli che partivano con la valigia di cartone, dimostra come anche i “ libars di scugnî lâ ” che oggi si muovono per il mondo con 24 ore e ipad non sono alieni dagli stessi tormenti dei loro antenati. Serve adattarsi a un’altra cultura, trovare altre relazioni, e dimenticare almeno per qualche attimo quelle che si lascia. Serve mettersi in discussione costantemente, e non è detto che basti: di fronte a esperienze limite anche gli spiriti apparentemente più forti sentono affiorare nel loro intimo interrogativi profondi.

Il racconto, nel contempo serio ed ironico, mette costantemente a confronto le due società, quella italiana e quella inglese. Non solo il mondo del lavoro, l’istruzione, il sistema di valori sono oggetto di un continuo raffronto. La sanità, la politica, la televisione: meglio quelle inglesi o quelle italiane? Poco sembra importare quando il percorso professionale è una sequela di successi: ma gli allori non sono sempre capaci di sostituire le amicizie, la necessità di trovare un contatto non solo virtuale con chi ti sta di fronte. Opzione difficile in una metropoli dove nonostante si sia circondati da 8 milioni di anime, è molto facile sentirsi soli. E cominciare a pensare di essere “liberi di non dover restare”.   

Si fa presto a dire 'Resta!'
Un libro di Carlo Della Giusta
ISBN | 978-88-27823-53-8
Ebook ISBN | 978-88-27821-74-9

Prefazione di Walter Tomada

Fotografie e progetto grafico copertina di Ivano Di Maria

PREFAZIONE di Walter Tomada

Come ogni sequel, “Si fa presto a dire ‘Resta!’” è figlio del precedente libro di Carlo Della Giusta, che narra la parabola di un emigrante del Terzo Millennio tracciata senza reticenze e con molta ironia. Ingredienti costitutivi anche di questo volume, che non vuol certo essere un manuale pronto uso per cercatori d’avventura, bensì una “full immersion” in una realtà non semplice da raccontare.

L’esperienza di chi parte è sempre stata agrodolce, divisa tra le lusinghe di un’avventura che guarda al futuro e il “nostos”, il vagheggiamento di ciò che si è lasciato. Di questo rimpianto è pieno il mito, da Ulisse in poi. Ma oggi sembrerebbe non esserci più spazio per queste odissee, nell’era dell’ubiquità digitale e dell’interconnessione onnipresente, in cui le distanze si annullano e la condivisione appare pervasiva del nostro essere. Eppure nelle pagine di Della Giusta si scopre che per chi se n’è andato nulla è più concreto dell’assenza, e il riferimento con il mondo d’origine è costante. Si potrebbero avere due patrie, ma si rischia di non averne nessuna.

Nel volume precedente abbiamo lasciato Carlo sul tetto del mondo, al lavoro nel “Gotha” degli informatici, in quella City di Londra che rappresenta la Mecca per chi vuol dare una svolta alla propria carriera. Dal suo “desk” sposta milioni di sterline con un clic, nella Babilonia della finanza mondiale. Ma quando nasce il suo nipotino, oppure perde suo padre, si sente realmente fuori posto.

Fin qui l’antefatto, ma la storia di questo cervello in fuga aveva ancora troppe gustose tappe da raccontare per restare sospesa a metà: perché tanti emigrano, ma pochi hanno la lucidità per esaminare con la necessaria onestà intellettuale la loro esperienza in terra straniera. A partire dai dettagli. Non solo il mondo del lavoro, l’istruzione, il sistema di valori sono oggetto di un continuo raffronto. La sanità, la politica, la televisione. Meglio quelle inglesi o quelle italiane? Poco sembra importare quando il percorso professionale è una sequela di successi: ma gli allori non sono sempre capaci di sostituire le relazioni, la necessità di trovare un contatto non solo virtuale con chi ti sta di fronte. Opzione difficile in una metropoli di otto milioni di anime raminghe dove, quando la mattina fai colazione al bar, non trovi mai gli stessi avventori e spesso nemmeno gli stessi baristi.

Per il lettore la guida semiseria a una Londra che non ti aspetti diventa davvero gustosa soprattutto quando Della Giusta evidenzia gli incontri più strani: come quelli con vicini di casa piuttosto “particolari”, o quello con un alpino novantenne reduce dalla ritirata di Russia conosciuto grazie alle penne nere che hanno una sezione A.N.A. perfino nella capitale inglese. Parrebbero vicende marginali, per chi vive un’esperienza che fa lievitare il proprio curriculum facendolo diventare “impressive”. Eppure questi e tanti altri episodi marcano la graduale ma decisiva presa di coscienza che “decidere è complicato, molto complicato”. Nel dubbio la sicurezza economica, il prestigio professionale, il fattore carriera consiglierebbero di restare: ma cosa accade se la rivincita dell’istinto dell’uomo prevale sull’asetticità dell’informatico? Per saperlo conviene leggere questo libro, condito di ironia e passaggi paradossali e divertenti, dalla prima all’ultima pagina. Si arriverà a conoscerne a fondo l’autore e anche la vera protagonista: Londra, imprevedibile come il suo meteo eppure sempre uguale a se stessa. E per questo, se possibile, ancora più magica.

INDICE

PREFAZIONE di Walter Tomada
INTRODUZIONE di Carlo Della Giusta

Capitolo I ANNO NUOVO, VITA NUOVA
    Natale con i tuoi          
    Il verso giusto delle cose        
    Tu valuti, io valuto       
    Per un pelo      
    Alpin, jo, mame!         

Capitolo II LA SANITÀ TI FA MALE, LO SO    
    Cosa cattura l'attenzione di un medico  
    C'è fisioterapista e physiotherapist       
    Il resto alla cassa         
    Sanità privata   
    Il matrimonio con la palestra     
    Davanti alla TV

Capitolo III FIDUCIA SFIDUCIANTE  
    Non cerco lavoro, lui cerca me
    Malignani         
    Quando invadere l’Italia e quando incendiare Londra     
    Grande, grandissimo, un colosso         

Capitolo IV CERTEZZE INCERTE      
    La previdenza non è mai troppa            
    Batman            
    Cosa puoi fare in una metropoli            
    Rapporti umani
    Nella capsula di vetro   
    Do you speak English?            
    I tesori di casa tua        

Capitolo V CALMA E SANGUE FREDDO       
    Signori, fate il vostro gioco      
    Voglio fare il pompiere!            
    La passione è relativa   
    La minima differenza tra una spiaggia ed una prostituta            
    Vicini di là        
    Vicine di sotto  
    Colesterolo      
    Sotto la lente d'ingrandimento  
    Si cambia impiego       
    La exit interview           

Capitolo VI UN'ALTRA STRADA        
    Le dodici fatiche di Ercole        
    Il cliente, innanzitutto!   
    Nella strada nuova, non si sa quel che si trova  
    Un pollo in batteria       
    Terrorista involontario   
    Il potente ruggito          
    Mica pizza e fichi?        
    Dalla padella nella brace          
    Dove vuoi lavorare, oggi?        
    Cortocircuito mentale   
    Come si contano le pecore       

Capitolo VII SCEGLIERE    
    La spiazzante realtà delle cose
    Una telefonata imbarazzante, o quasi    
    Decidere è complicato, molto complicato         
    Restare o non restare, questo è il problema      
    Cosa fatta, capo ha     
    Come un fulmine a ciel sereno  

Capitolo VIII IL RIENTRO      
    Se mi lasci non vale     
    Ognuno sceglie la tua verità     
    Baracca e burattini       
    Il ritorno delle tasse di sua maestà        
    Le ultime dimissioni      
    É tempo di saluti          
    Sigla finale, titoli di coda          

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